Favole d'Aprile: azioni di resistenza teatrale al tempo dei teatri chiusi

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20-04-2021

Il Teatro dei Venti celebra la Festa della Liberazione con una nuova serie di racconti a domicilio e performance per le Scuole.

Da lunedì 19 aprile, nella fascia oraria 18.00-19.00, il Teatro dei Venti porta a domicilio una nuova serie di racconti. Nasce così il programma di “Favole d'Aprile”, con cinque racconti tratti dalle opere di Gianni Rodari e Gek Tessaro. L'iniziativa è gratuita, per prenotare il proprio racconto basta telefonare al 389 7993351 oppure inviare un messaggio sui social del Teatro dei Venti (Facebook e Instagram).
Il progetto nasce sulla scia del successo delle “Favole al Citofono”, per curare relazioni di vicinanza e offrire un frammento di teatro a domicilio, nel rispetto del distanziamento. I nuovi racconti nascono da una ricerca sulle opere di Rodari che rispecchiano i valori della resistenza, dell'impegno civile, della cooperazione. Ai racconti dell'autore delle “Favole al telefono” si aggiunge “Il muro”, una storia dell'illustratore e maestro d'arte Gek Tessaro. Un progetto che si ispira implicitamente a quella “Grammatica della fantasia”, manuale per inventare storie e dispositivo speciale per uscire dalla routine dell'apprendimento. Una routine che, tra chiusura dei teatri e sospensione delle attività, rischia di colpire duramente il settore dello spettacolo dal vivo.

Ogni giorno si propone una Favola diversa, cinque storie presentate da altrettanti attori:

Le Favole non sono rivolte solo a un pubblico di bambini, ma a chiunque voglia fare un esercizio di “grammatica della fantasia” favorendo la circolazione del teatro senza dimenticare la tutela della salute pubblica.
Il progetto prevede inoltre alcune performance presso quattro Scuole Primarie della Città e azioni urbane realizzate nel rispetto dei protocolli per il contenimento del Covid.

TEATRO APERTO

“Le Favole per noi sono un esperimento poetico – dice il direttore artistico Stefano Tè - che mette alla prova il linguaggio teatrale, senza cercare scorciatoie, senza per forza rifugiarsi in uno schermo. Gli attori percorrono i quartieri a piedi, uno per volta, verso le abitazioni degli spettatori.

La performance ha un ampio raggio quindi, anche se è indirizzata a un nucleo familiare attraverso il citofono di casa. Il progetto proseguirà nelle prossime settimane con nuovi appuntamenti, allargando il raggio d'azione, ma restando fedeli alla natura della proposta.
Il Teatro non è chiuso, non cede all'abbandono, si prende cura dei luoghi con gesti semplici, ma non scontati. Gesti d’amore, di rispetto e di arricchimento nei confronti dei residenti e di chiunque passi dal quartiere, come l'installazione che abbiamo realizzato di fronte alla nostra sede. Perché la poesia è una cura.”