16-12-2025
La premiazione si è tenuta lunedì 15 dicembre presso l'Arena del Sole di Bologna. A Modena, presso la sede della compagnia, la comunità di spettatori, collaboratori e volontari ha seguito la diretta trasmessa da Radio 3 Rai.
Il Teatro dei Venti ha vinto il Premio Ubu 2025, nella categoria Premi Speciali, per la Trilogia dell'assedio e gli anni di lavoro in carcere. La premiazione si è tenuta lunedì 15 dicembre presso l’Arena del Sole di Bologna, in una serata condotta da Gioia Salvatori e Lorenzo Pavolini, con la cura della compagnia VicoQuartoMazzini e gli interventi musicali con gli interventi musicali del sassofonista e compositore Simone Alessandrini.
A ritirare il Premio il regista Stefano Tè e una delegazione dello staff che ha lavorato al progetto, insieme a un gruppo di attori detenuti. Presso la sede del Teatro dei Venti a Modena, è stato allestito un punto d'ascolto della diretta radiofonica dove una cinquantina di persone, membri della comunità di spettatori, collaboratori e volontari ha seguito la serata e brindato all’annuncio.
Il regista Stefano Tè si è fatto portavoce del gruppo nell’esprimere il senso del premio: “Nostro destinatario è l’umano, è questo che ci spinge nelle piazze, tra i passanti, o in luoghi dove si rivela in modo feroce, come il carcere, andando incontro un’idea di pubblico come di ‘cittadini del teatro’. Nostri interlocutori sono i vivi, e chi ci ha preceduto, chi ha scritto e pensato e reso grande quest’arte. Facciamo nostre le parole di Giuliano Scabia: il teatro deve assomigliare a un carro, una casa, un veliero, una caverna. È il teatro destinatario e maestro, la dimora da costruire, smantellare e ricostruire, assieme alle persone con cui la si abita, nostre maestre nell’indicare nuove vie, con in tasca l’amuleto di chi ha aperto prima di noi preziosi varchi, molti sono qui in questa sala e li ringrazio. E un ringraziamento speciale va a Mario Barzaghi, che ha saputo dare una postura al nostro modo di fare teatro.
Un giovane attore detenuto ci disse, dopo ore di estenuanti prove: ci ho messo un minuto a rovinarmi la vita, e adesso ci vuole una vita per fare un minuto di teatro. È così, ed è una gioia e un privilegio viverlo, quel minuto, viverla questa vita nel teatro.”
