Conosciamo l'Italia, lettera aperta

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06-02-2018

Carissime e carissimi,

siamo i formatori di “Conosciamo l’Italia”, con questa lettera proviamo a fare un po’ di chiarezza su quello che davvero succede all’interno del progetto educativo e formativo rivolto ai richiedenti asilo di Carpi, ideato e condotto dai formatori di Arci Modena, con la collaborazione di due mediatori della cooperativa Leone rosso. L’unico vero obiettivo del progetto è quello di far comprendere ai richiedenti asilo le origini storiche e la situazione socio politica contemporanea del nostro territorio e dell'Italia intera, instaurando un dialogo con i 25 migranti che abbiamo conosciuto, tutti tra i 18 e i 30 anni, anglofoni, provenienti da Guinea Bissau, Niger, Nigeria e Bangladesh, che negli incontri hanno raccontato la loro esperienza personale, la loro storia, il loro viaggio, le tradizioni e gli usi del loro paese. Ascoltarli ci ha permesso di creare un dialogo umanamente costruttivo, basato sulla fiducia e lo scambio reciproco di informazioni.

Tre gli incontri del progetto: nel primo si è parlato di storia, intesa come concreto strumento per comprendere il Paese nel quale sono giunti. Per farlo siamo partiti dalle storie personali di ognuno di noi, ponendole a confronto con la “macrostoria”: abbiamo discusso di come le nostre singole vicende, in periodi più o meno eccezionali, vadano a costituire la Storia che leggiamo sui libri di scuola. Questo ha permesso ai ragazzi di aprirsi con sorprendente tranquillità, sentendosi non più singoli soggetti che hanno subito esperienze spesso traumatiche ma testimoni di eventi e come tali responsabili in prima persona della loro analisi, portatori di una “memoria”. Abbiamo raccontato loro, avvalorandoci anche di testimonianze più o meno dirette, la Storia italiana dell’ultimo secolo: in particolare la seconda guerra mondiale, la nascita della Repubblica Italiana, la Resistenza e la solidarietà nell’Italia del dopoguerra, elementi fondamentali per comprendere ciò che siamo oggi.

Nel secondo incontro, quello per capirci su cui è stata concentrata la maggiore attenzione dei media, abbiamo parlato di due macrotemi: Costituzione e uguaglianza di genere. Nella prima parte abbiamo spiegato ai ragazzi com’è nata la nostra carta fondamentale, confrontando l’ordinamento italiano con quello dei loro paesi di provenienza, un momento di discussione partecipata e condivisa, dove abbiamo cercato di rispondere alle loro domande e curiosità. Partendo, poi, dall’analisi dell’articolo 3 della Costituzione siamo arrivati ad affrontare il tema dell’uguaglianza e della non discriminazione. L’emancipazione della donna in Italia è tutt’oggi in corso, su questo tema non siamo un Paese che può permettersi di dare lezioni al mondo. Parlare di gender equality vuol dire parlare del desiderio di indipendenza economica e di soddisfazione delle proprie ambizioni di vita delle donne italiane, le differenze culturali sulla creazione e la crescita delle famiglie, l’aborto e la fecondazione assistita. Siamo fortemente convinti che affrontare queste tematiche, molto lontane – ci teniamo a sottolineare - da una “lezione di corteggiamento”, sia un aspetto fondamentale e spesso assente nei percorsi di accoglienza.

Nel terzo e ultimo incontro, siamo partiti da due assunti: il diritto al cibo è citato nelle costituzioni di oltre 20 paesi ed è stato riconosciuto fin dall'adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nel 1948; inoltre, la cucina italiana è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Abbiamo raccontato i piatti italiani/modenesi basati sugli alimenti tipici della cucina mediterranea, alcuni dei richiedenti asilo hanno notato che alcune ricette erano simili o uguali a quelle dei loro Paesi e lo scambio e il confronto delle pietanze ci ha permesso di viaggiare assaporando le diverse culture. Da questo si è arrivati a parlare dei propri riti famigliari e delle proprie abitudini legate al cibo, anche a livello emozionale. 

Consapevoli di quanto il tema immigrazione sia delicato, soprattutto in un periodo storico come quello in cui viviamo, crediamo sia giusto fare chiarezza su un progetto che ha al centro l’accoglienza e che guarda ad un futuro – che piaccia o no, certo – dove la società sarà sempre più interculturale, dove la diversità sarà un valore, e al quale speriamo di poter dare il nostro, seppur piccolo, positivo contributo.

I formatori del progetto “Conosciamo l’Italia”