Afghanistan 20 anni dopo: documento di Tam Tam di pace e comitato locale #ioaccolgo

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29-09-2021

Afghanistan 20 anni dopo: i risultati di una “guerra giusta”

I 20 anni di occupazione militare dell’Afghanistan, conclusisi con la rovinosa fuga da Kabul, rappresentano il fallimento del ripristino della guerra come strumento di governo di un preteso “nuovo ordine internazionale” e smascherano le bugie che, in tutti questi anni, ci hanno parlato di intervento di pace. Gino Strada, del resto, ce lo ha sempre ricordato, e oggi possiamo ben chiederci a cosa sono serviti enormi costi di distruzione e il sacrificio di innumerevoli vite
umane.
In seguito alla caduta del Muro dell’89, invece di procedere finalmente all’attuazione dello Statuto dell’ONU, che per la prima volta nella storia dichiara la messa al bando definitiva della guerra, gli USA (e dietro ad essi l’Italia e l’“Occidente”) hanno concepito una strategia di potere pur sostenendo di volere esportare democrazia e valori universali.
È più di un sospetto che, insieme a dichiarazioni di principio, si muovano corposi e inconfessati interessi economici e geopolitici.
Ancora una volta constatiamo la necessità e l’urgenza di fondare le relazioni umane, sia nell’ambito dei rapporti interpersonali, sia a livello politico, sui principi della nonviolenza, che
sola può dare un futuro di vera sicurezza al comune destino umano.
Esprimiamo grande preoccupazione, profondo dolore e forte indignazione per quanto sta avvenendo in Afghanistan e condanniamo fermamente chi – partiti, formazioni politiche, Stati e governi, singole personalità - paventa “un’ennesima ondata migratoria” e grida al rischio di terrorismo, che si pretende ad essa collegato.
Numerosi paesi europei si sono detti determinati a effettuare rimpatri forzati o espulsioni di profughi afghani verso paesi limitrofi in cui i diritti fondamentali – soprattutto delle donne - sono del tutto ignorati. L’Afghanistan non è stato un Paese sicuro nei vent’anni di occupazione occidentale, non lo era prima e non lo è ora.
Esprimiamo ammirazione e solidarietà per le donne che in Afghanistan, in questi giorni di abbandono internazionale, indifese e armate solo del loro grande coraggio, stanno
manifestando per i diritti di tutti: donne, bambini, categorie a gravissimo rischio di vita, come le comunità LGBT - ancora e sempre in condizioni di clandestinità - e di ogni cittadino.

Per tutte queste ragioni chiediamo:
• che si attivino corridoi umanitari di uscita dall’Afghanistan sicuri, in Italia e a livello internazionale e reti territoriali nei paesi ospitanti, allo scopo di dare particolari tutele e garanzie a tutti coloro – singoli o famiglie - che intendono lasciare l’Afghanistan, in particolare le donne e i bambini. Ciò in ottemperanza della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che, all’art. 13, afferma “Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese”;

• di individuare e sostenere le realtà che sul territorio della Provincia di Modena possono rappresentare luoghi di accoglienza per le persone in fuga dall’Afghanistan e di consolidare e alzare il livello di capacità di accoglienza per tutti i profughi che si rivolgono all’Italia e all’Europa, attraverso rotte pericolosissime come quella balcanica e mediterranea;
• di moltiplicare l’impegno contro la preparazione della prossima guerra, contro l’industria bellica, i bilanci militari e le banche armate e per l’istituzione della difesa civile non armata e nonviolenta.


ACLI, ARCI, ANPI, CGIL, Migrantes, MCE (Movimento di Cooperazione Educativa), MOXA (Modena x
gli Altri), Legambiente, Associazione MILAD, FFF (Fridays For Future), Associazione Casa delle Donne
Contro la Violenza - OdV, Associazione Donne nel Mondo, "Pace, Terra e Libertà" (Sassuolo), Bambini
nel Deserto, Casa delle Culture, Centro Milinda, LIBERA-associazioni nomi e numeri contro le mafie,
ArciGay, Movimento Nonviolento -Modena, Donne in Nero -Modena, Amnesty Modena - Gruppo 064 ,
Rete di Lilliput, Associazione per la Pace Modena, FIAB ,Collettivo “studiare, studiare, studiare”, Casa
per la Pace Modena - OdV, Modena incontra Jenin, Associazione Idee in Circolo, Gruppo Carcere-Città,
Gruppo Don Milani, Associazione Tefa Colombia, Comunità di Base Villaggio Artigiano, UDI Unione
Donne in Italia di Modena, Pax Christi - Modena