Acli e Arci insieme in difesa dei circoli e associazioni APS

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10-02-2021

Le Presidenti provinciali di ACLI MODENA APS Silviana Siggillino e di ARCI Modena APS Anna Lisa Lamazzi prendono una forte posizione sulle drammatiche condizioni dei circoli socio ricreativi del territorio e lanciano un appello agli amministratori locali per chiedere un impegno concreto.

"I nostri Circoli ACLI e ARCI, chiusi ormai da ottobre (e alcuni anche da marzo 2020) per le misure anti-Covid, con le attività sospese, con gli affitti e le utenze da pagare e con ristori insufficienti, non ce la fanno più, sono allo stremo, e molti di loro purtroppo non potranno più riaprire quando sarà passata l’emergenza legata alla pandemia, impoverendo ulteriormente le comunità territoriali di preziosi luoghi di incontro e di presenze storiche radicate. Ricordiamo inoltre che da mesi lavoratori e volontari sono rimasti senza la possibilità di attivarsi per la comunità e tantissime socie e soci sono privi dei loro spazi di socialità, solidarietà e partecipazione.
Non possiamo accettare tutto questo senza far sentire, ancora una volta, in tutti i modi che ci sono concessi, la nostra voce: noi vogliamo esserci, vogliamo continuare ad essere riferimenti di inclusione e di solidarietà per tutto il paese.
Il parere di non ammissibilità dell’emendamento ‘salva-circoli’, che, se approvato, avrebbe consentito ai circoli la somministrazione di cibo e bevande ai propri soci, nel rispetto dei protocolli stabiliti per le attività economiche aventi analogo oggetto, mette ancora più in difficoltà il mondo dell'associazionismo di promozione culturale e sociale del Terzo Settore. Siamo consapevoli del carattere complementare che l'attività di somministrazione riveste nei confronti delle principali attività ricreative e culturali, ma, in questa fase emergenziale, dopo mesi di chiusura, chiediamo di non ignorare l'importanza di questa fonte di autofinanziamento che permette ai circoli di far fronte alle ingenti spese fisse delle loro sedi.
Il Fondo di 70 milioni a sostegno del Terzo Settore, istituito a novembre, potrebbe essere il primo contributo statale da inizio pandemia per tutti quei circoli e associazioni privi di partita iva, che non hanno quindi potuto beneficiare dei ristori stanziati per le attività commerciali, ma il decreto che ne delineerà modalità e criteri di ripartizione tarda ad arrivare e ad oggi non sappiamo se sarà in grado di fronteggiare il numero di domande.
La chiusura di questi spazi di incontro e aggregazione, che rendono così viva e ricca la nostra provincia ha inflitto un grosso colpo alla socialità, alla prossimità e al mutualismo. L'emergenza sanitaria non è affatto terminata, ne siamo consapevoli, chiediamo però di non venire penalizzati per poter riprendere in sicurezza le attività di base che ci consentiranno in un secondo momento di ripartire e non perdere il tessuto associativo. Ci siamo attivati immediatamente per osservare tutte le norme di sicurezza, i circoli si sono dimostrati in grado di gestire gli associati nel rispetto dei protocolli, ma non è stato sufficiente e ad oggi non sappiamo quando e in quanti potremo riaprire".


In una nota congiunta, i Presidenti Nazionali di Acli e Arci hanno ricordato che “Le associazioni del Terzo settore hanno dimostrato di essere un collante fondamentale, soprattutto in un momento di estrema difficoltà come quello che stiamo attraversando, e dovrebbero essere aiutate a non chiudere. Per questo, anche noi facciamo appello ai sindaci ed al Presidente della Regione affinché, per quanto di loro competenza, ci sostengano e ci diano la possibilità di riaprire anche con orari e attività ridotti come consentito ai soggetti commerciali rispettando tutte le misure anti-Covid previste dai protocolli vigenti".