"Cultura e associazionismo beni essenziali"

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28-10-2020

In Italia la cultura non viene mai messa al primo posto e questo ultimo Dpcm ne è la conferma. Consapevoli del bisogno di contribuire in maniera responsabile a preservare la salute pubblica, chiediamo che venga riconosciuto il ruolo della cultura e dell’associazionismo come ‘bene essenziale’ per la tenuta sociale delle comunità e che vengano predisposte misure di sostegno per garantire la sopravvivenza di queste realtà, perché nessuno venga cancellato dalla crisi”.

Anna Lisa Lamazzi, presidente di Arci Modena, è intervenuta così martedì 27 ottobre alla manifestazione “Salute, diritti e lavoro si salvano insieme – istruzione, cultura, sport, associazionismo uniti per il futuro” che si è svolta in Piazza Grande nel rispetto delle regole contro la diffusione del Covid-19, promossa da Priorità alla Scuola Modena con l’adesione di Arci Modena e tante associazioni del territorio. La presidente di Arci Modena ha fatto parte della delegazione ricevuta in Comune da Grazia Baracchi, assessora a Istruzione e Sport e Andrea Bortolamasi, assessore alla Cultura, che si sono dimostrati disponibili al dialogo e sensibile alle istanze presentate:

“Il Governo è chiamato a fare scelte complesse e noi dobbiamo agire nel rispetto delle regole e in maniera responsabile. Lo abbiamo dimostrato nei mesi scorsi, quando siamo ripartiti ripensando eventi e spazi per garantire la sicurezza e i dati quasi inesistenti sui contagi avvenuti in spazi organizzati lo certificano – prosegue Anna Lisa Lamazzi -. Pensiamo che questo Dpcm sia stato duro con alcune categorie specifiche e poco chiaro sui distinguo che riguardano le varie attività e progettualità che possono proseguire. Gli spazi associativi e culturali sono luoghi dove si promuove il pensiero, la creatività, la cittadinanza attiva e si toglie spazio al disagio e alle disuguaglianze sociali, oltre ad essere luoghi di lavoro per molte persone Non siamo realtà accessorie ma occupiamo uno spazio importante nella società e chiediamo che ci sia riconosciuto e che l’impegno condiviso sia di mantenere in vita questo attivismo garantendo un sostegno economico – speriamo di trovarlo nel Decreto Ristoro – alle realtà culturali e di aggregazione che oggi, e ancor di più domani, saranno fondamentali per tornare a sentirci comunità e a costruire una nuova normalità”.