Cultura e socialità si fermano

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26-10-2020

Cultura e socialità tornano a fermarsi e da lunedì 26 ottobre al 24 novembre i nostri circoli saranno chiusi, in ottemperanza alle norme contro la diffusione del Covid-19 contenute nel Dpcm del 25 ottobre 2020. 

 

Sono ancora consentite le attività ludico/ricreativo/educative per bambin* dai 0 ai 17 anni nel rispetto delle linee guida sui protocolli di sicurezza. 

In questi mesi, dopo il lockdown, abbiamo lavorato per offrire spazi ed eventi in sicurezza, certi che teatro, musica, letteratura, dibattiti, cinema e partecipazione siano fondamentali per costruire comunità.

La nuova chiusura porterà danni non solo economici - stiamo chiedendo a gran voce sostegno al Governo per evitare che tante realtà vengano cancellate - ma anche sociali, perché per molt* cittadin* i nostri spazi rappresentano pezzi di vita.

Anche se chiusi noi siamo sempre aperti, perché la creatività e la voglia di costruire comunità non si fermano e vogliamo essere pronti per quando, speriamo presto, potremo riaprire le nostre porte a tutt* voi.

 

L'intervento di Anna Lisa Lamazzi, presidente provinciale di Arci Modena e vice presidente di Arci Emilia Romagna:

L’emergenza Covid ha colpito trasversalmente la quasi totalità dei comparti della società con conseguenze importanti dal punto di vista economico e sociale, e con l’introduzione di una condizione di incertezza per cittadini/e, famiglie che si sono visti mettere in discussione la quotidianità del lavoro, della scuola del tempo libero.

Abbiamo fatto la nostra parte, con responsabilità, e alle soglie dell’estate con la caparbietà e la passione che ci sono proprie ci siamo rimessi in movimento, ripensandoci, attrezzandoci per accogliere i nostri soci e le nostre socie in sicurezza nei nostri spazi, certi che lo stare insieme, il condividere momenti di socialità e di cultura facciano parte di quel diritto alla piena cittadinanza che tanto ci è caro. E ora, necessariamente dobbiamo fermarci di nuovo, per ottemperare alle misure di prevenzione sanitaria, poste in campo dal Governo di fronte all’aumento dei casi di contagio. Chiudono i nostri luoghi di aggregazione, di attività educativa, sociale, culturale, di discussione e di pensiero e si fa forte il rischio che si assottigli di molto il grande patrimonio di volontari e di spazi che operano sul versante aggregativo e culturale, che spesso occupano uno spazio importante in una periferia o danno una risposta al bisogno di relazione ad anziani a persone svantaggiate, a ragazzini e ragazzine che ci frequentano o ai bambini e alle bambine dei dopo scuola e degli spazi gioco, perché non in grado in questo momento di autoalimentare la sostenibilità degli spazi stessi. 

A differenza di altre emergenze che abbiamo attraversato, nel nostro territorio e oltre, per la prima volta l’associazionismo aggregativo culturale è fermo completamente. Generalmente, che si tratti di calamità naturali, di aiuti umanitari, di cooperazione allo sviluppo, in queste circostanze tutto il nostro mondo si mette in movimento per sostenere in modo solidaristico chi è colpito moltiplicando iniziative di raccolta fondi, cene sociali e altre attività di solidarietà. Un campanello d’allarme per noi, di fronte all’evidenza di non essere in grado di generare come in una situazione di normalità quel valore sociale che è il cuore della attività che facciamo. Non è un tema immediato, arriva dopo.

Noi stessi, la promozione sociale, i nostri soci diamo troppo spesso per scontato che il nostro sia un patrimonio che si auto alimenta. Ma non è così. E allora diventa importante il tema della prospettiva e delle misure di sostegno da mettere in campo se siamo convinti che i nostri spazi e le nostre attività siano un valore aggiunto e contribuiscano a fare la differenza nel nostro modello territoriale di comunità, in un legame positivo, mutualistico, virtuoso con le istituzioni.

Questa è la fase in cui interrogarsi su come fare per non disperdere queste belle energie e sostenerle perché Volontariato, non significa assenza di economia: gli strumenti economici di sostegno sono ciò che potrà darci le gambe e la forza di continuare nella nostra azione, con un effetto moltiplicatore per il benessere delle persone, proprio perché siamo "attivatori" di altre risorse (umane, di intelligenza) capaci di promuovere lo “stare bene” nella propria comunità.