Decreto sicurezza, serve disobbedienza civile

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25-01-2019

“Centinaia di persone trasferite come se fossero oggetti, interrompendo così percorsi educativi, sanitari e di lavoro, calpestando i diritti e producendo disagio sociale e ingiustizie”. Tam Tam di Pace – il tavolo delle associazioni di pace di Modena a cui aderisce anche Arci Modena – denuncia le drammatiche conseguenze dell’applicazione della legge su Sicurezza e Immigrazione, il così detto "decreto sicurezza" (decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132): “E’ inammissibile che bambine e bambini, già vittime di soprusi nei loro Paesi di provenienza e protagonisti di tragici viaggi verso l’Europa, vedano calpestati il loro diritto al divertimento, allo studio, alla felicità: si chiederanno perché sono costretti ad abbandonare il luogo dove stavano costruendo la loro vita e si stavano creando un futuro. Infine, l’aumento delle persone nelle strade, perché non più inserite in percorsi di accoglienza, aumenterà la percezione diffusa di insicurezza e i numeri della “delinquenza da sopravvivenza”, creando l’emergenza che fino ad ora non esisteva e sulla quale si potrà costruire la prossima campagna elettorale”. Tam Tam di Pace non ha mai considerato i grandi centri come una soluzione, perché concentrazione e separazione impediscono processi positivi, ma il “decreto sicurezza” è peggiorativo e rischia di trasformarsi in una delle pagine più buie della nostra storia. “È compito delle cittadine e dei cittadini responsabili opporsi alle leggi che violano i diritti fondamentali delle persone. Ci sono momenti nella storia in cui l’obbedienza non è più una virtù, come ammoniva don Milani, e la disobbedienza, attuata con tutti i mezzi democratici, diventa un dovere morale – afferma Tam Tam di Pace -. L’indignazione va trasformata in impegno civile e per questo proseguiremo il percorso di sensibilizzazione, dialogo e confronto su questi temi, affiancandolo a risposte concrete verso una normativa che di fatto viola i diritti umani più elementari”.